Università: un rapporto economico tra lavoro e investimento

Post date: Jun 16, 2016 8:28:58 PM

Sempre più spesso sorge la domanda: conviene veramente iscriversi ad un corso universitario? La risposta è sempre più difficile ed i parametri di scelta sono spesso estremamente aleatori a causa della presenza di fattori esterni come l’emotività, la capacità di farsi strada nel mondo del lavoro nonché il piacere nello svolgimento di una attività piuttosto che un’altra.

Tuttavia, vorrei proporre un analisi quantitativa del ritorno di investimento dell’iscrizione ad un corso universitario tramite una semplice simulazione. Prendiamo in esame due scenari:

  • Scenario 1: Diplomato liceale o tecnico, ingresso nel mondo del lavoro in ambito metalmeccanico a seguito di un apprendistato – anni 21, salario mensile contratto collettivo nazionale 1° livello metalmeccanico 1.206 €/mese

  • Scenario 2: Laureato, ingresso nel mondo del lavoro in ambito metalmeccanico a seguito di apprendistato – anni 26, salario mensile di ingresso 5° livello metalmeccanico 1.634 €/mese

È necessario notare che, nello scenario 1 rientrano la maggior parte dei lavoratori non laureati, operai ed impiegati ma anche forze dell’ordine e militari. Nello scenario 2 rientrano la maggior parte dei laureati in materie tecnico-scientifiche o economico-giuridiche. Per entrambi gli scenari consideriamo un aumento di stipendio per carriera pari al 2% annuo. Unica variabile presente per lo scenario 2 e non per lo scenario 1 è l’investimento universitario, quantificato in maniera negativa per 15.000€ annui per l’intera durata dei corsi universitari.

Tramite i dati elencati è possibile fare una semplice valutazione sul ritorno di investimento dello scenario 2 rispetto allo scenario 1, esposto nel grafico sottostante tramite valore economico cumulato.

Grafico 1: Valutazione degli scenari

Il risultato riporta chiaramente la seguente valutazione: un operaio diplomato nella sua vita lavorativa avrà cumulato un guadagno totale pari a 1.254.997 € contro quello di un impiegato laureato pari a 1.227.235 €. A prima vista sembrerebbe che il gioco non valga la candela, ma basta cambiare un semplice dato simulativo per ottenere un altro risultato tramite una semplice considerazione: un laureato ha una possibilità di carriera più elevata rispetto al diplomato di conseguenza è possibile modificare il dato simulativo relativo all’aumento di stipendio per carriera riducendo quello del diplomato ad appena l’1%.

Grafico 2: Valutazione con maggiore probabilità di carriera del laureato

In questo caso il ritorno di investimento si ha circa sui 52 anni, quindi fino a 51 anni il nostro operaio diplomato ha sempre avuto una maggiore disponibilità economica. Inoltre è necessario notare che per il laureato è necessario un investimento iniziale che porta ad un picco negativo a 26 anni pari a -105.000 €.

Se la stessa disponibilità economica potesse essere investita per l’avvio di una attività o l’acquisto di una proprietà, e conseguente generazione di rendita, con buona probabilità il ricavo generato da tale somma nei 30 anni potrebbe compensare il gap tra i due scenari.

Grafico 3: Valutazione con ritardo di inserimento nel mondo del lavoro del laureato

Ultima simulazione riguarda uno scenario piuttosto classico nel nostro paese date le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro di un laureato ed il probabile ritardo nei corsi universitari. In questo scenario il laureato raggiunge il suo primo anno di lavoro completo intorno al 30-esimo anno di età. Con l’ultimo grafico si evince come il ritardo negli studi universitari comporta un mancato ritorno di investimento nell’arco dell’intera vita lavorativa.

È chiaro che le simulazioni proposte sono imprecise e non comprendono tutti i parametri che caratterizzano la vita e la carriera lavorativa di ognuno di noi, tuttavia alla luce dei dati presentati risulta evidente che è necessario effettuare delle valutazioni sulla società moderna e su come sono valutati lavoro, conoscenza e competenze acquisite durante gli studi universitari.